Il nuoto è lo sport più completo e sano di tutti? Il nuotatore, come ogni altro sportivo, è soggetto a infortuni con una frequenza molto più alta di quanto si possa immaginare. Parliamo di infortuni da sovraccarico e in questo articolo vedremo quali sono i più comuni e le possibili cause.

Trattandosi principalmente di infortuni da sovraccarico sarà fondamentale una adeguata prevenzione.

Il nuoto è uno sport dalle caratteristiche uniche, che combina movimenti della parte superiore e inferiore del corpo e un impegno cardiovascolare notevole, il tutto in un ambiente acquatico dove quindi la forza di gravità è ridotta.

Ogni stile prevede un elevato numero di ripetizioni del gesto sportivo specifico e, come in ogni altro sport ciclico, questo predispone il nuotatore a infortuni da sovraccarico prevalentemente a livello della spalla, schiena e ginocchio.

Sono quattro gli stili nelle competizioni di nuoto: stile libero, dorso, rana e farfalla. Ognuno di questi espone il nuotatore a un rischio di infortunio se il volume di allenamento, l’intensità e la tecnica non sono curati nel migliore dei modi.

Andiamo a conoscere nel dettaglio le varie problematiche, a partire dalla più comune…

triathlon ragazza che si allena a dorso nuoto 2019

Infortuni frequenti nel nuoto: la spalla

La spalla è il distretto più colpito nei nuotatori agonisti (triatleti compresi) con una prevalenza tra il 40% e il 91% secondo diversi studi. Pur essendoci quattro stili differente e nonostante le specializzazioni dei vari nuotatori, lo stile libero rimane comunque quello più utilizzato durante gli allenamenti ed è quindi il movimento con il più alto numero di ripetizioni in assoluto.

Uno sportivo agonista compie circa 2.500 rivoluzioni di spalla durante ogni giornata di allenamento. Questo vale soprattutto per chi pratica il triathlon, visto che in gara lo stile libero è di fatto l’unico stile utile ai fini della performance nella frazione di nuoto.

Gli infortuni alla spalla tra i nuotatori sono così diffusi che la situazione sintomatologica e patologica viene definita “spalla del nuotatore”, ovvero il dolore al compartimento anteriore della spalla durante e dopo l’allenamento.

L’affaticamento muscolare della cuffia dei rotatori insieme ai muscoli del collo, della schiena e del petto (tutti con inserzione sull’omero o scapola) possono portare una perdita di stabilizzazione omerale durante il movimento.

Un altro punto critico della spalla è la classica “sindrome da conflitto”, ovvero un dolore alla spalla associato a una limitazione di movimento che può essere causato da un problema al tendine del sovraspinato che si inserisce sull’omero e, infiammandosi, va a ridurre lo spazio di movimento.

Oppure può presentarsi una sindrome da conflitto con il tendine del sovraspinato sano, a causare il conflitto subacromiale in questo caso è un’alterazione delle strutture muscolo scheletriche adiacenti all’articolazione.

Nei nuotatori è stata riscontrata un’alterazione del cinematica della spalla che andrebbe a causare la sindrome da conflitto. Osservando la bracciata emerge infatti che in almeno due punti si arriva a creare un “conflitto” tra omero e scapola (acromion). Questi movimenti ripetuti possono portare facilmente al dolore e limitazione del movimento se non si eseguono protocolli di prevenzione.

Recenti studi hanno evidenziato che il 91% dei nuotatori agonisti esamina riportava almeno un episodio di dolore alla spalla. Di questi, l’84% risultava positivo ai segni e test della sindrome da conflitto. Da un’indagine più approfondita con risonanza magnetica è emerso che il 67% dei nuotatori presentava effettivamente segni di tendinopatia e sindrome da conflitto.

La causa, come nella maggior parte degli infortuni da sovraccarico, è multifattoriale.

Grazie agli ultimi studi sulla “spalla del nuotatore” non si fa solamente più rifermento al conflitto tra la cuffia dei rotatori e la parte superiore della scapola (acromion). Ma l’attenzione si è spostata sui metodi e volumi di allenamento, senza dimenticare la biomeccanica delle strutture e le concause genetiche che, se sommate, possono portare a un’instabilità della spalla con conseguente dolore.

triathlon nuotata a stile libero rotazione spalla nuoto 2019

Infortuni frequenti nel nuoto: il ginocchio

Al contrario di quanto si possa pensare anche gli arti inferiori sono spesso soggetti a infortuni. Nonostante le gambe non siano i principali propulsori, troviamo un’elevata percentuale di infortuni al ginocchio. Le percentuali superano il 30% e oltre l’80% dei nuotatori agonisti riferisce un episodio di dolore al ginocchio durante l’ultimo anno.

In questo caso l’incidenza maggiora si ha nei ranisti, da questo prende il nome “il ginocchio del ranista”

Uno studio basato su atleti agonisti adolescenti comparato con nuotatori amatoriali adolescenti ha riportato un importante incidenza di “anormalità” nei referti delle risonanze magnetiche nel gruppo dei nuotatori élite rispetto al gruppo di controllo (amatori).

ragazza triathlon che si allena a nuotare a rana nuoto 2019

Infortuni frequenti nel nuoto: la schiena

Anche la colonna vertebrale è spesso interessata da infortuni legati al nuoto. Oltre un nuotatore specializzato in farfalla su due e un ranista su tre hanno riportato episodi di mal di schiena.

Se in questi due stili il mal di schiena è frequente, non sono però esonerati gli altri stili di nuotata. In tutti gli stili si mantiene una iperestensione lombare, enfatizzata in rana e farfalla, alla quale vanno a sommarsi una serie di gesti ripetuti per compiere la bracciata che, nell’insieme, vanno a caricare la parte lombare della colonna vertebrale. In particolare le strutture posteriori delle vertebre lombari.

Un ulteriore stress a livello lombare è portato anche dell’utilizzo di attrezzi galleggianti, vedi pullboy, per l’esecuzione di esercizi specifici. Questi attrezzi vanno a sollecitare ulteriormente la colonna vertebrale in una condizioni di scarsa attivazione muscolare degli stabilizzatori vertebrali.

Una periodizzazioni errata o un carico di allenamento sottostimato possono andare ad aumentare il rischio di infortuni alla schiena. In più una significativa percentuale di nuotatori agonisti riporta degenerazione discale diffusa a vari livelli, prevalentemente nel tratto finale della colonna lombare (L5-S1)

In questo caso un buon programma di rinforzo del core associato a terapia manuale possono migliorare la situazione e prevenire gli infortuni.

triathlon nuotata a farfalla mentre esce dall'acqua nuoto 2019 schiena

Conclusioni

“Il nuoto fa bene” e il “nuoto è uno sport completo” sono frasi che ormai dovrebbero far parte delle leggende metropolitane nate 50 anni fa ma invece sono ancora, purtroppo, attuali.

Il nuoto fa bene come un qualsiasi altro sport di resistenza e a basso impatto se praticato a livello hobbistico. Intensità e frequenza bassa.

Il nuoto agonistico invece, come in qualsiasi altro sport di endurance, prevede un volume di allenamento e intensità massimi. Queste variabili, unite al fattore genetico e tecnico, possono esporre l’atleta a degli infortuni (proprio come in qualsiasi altro sport). Sono infortuni quasi unicamente da sovraccarico che colpiscono i punti più sollecitati durante la nuotata: spalla, ginocchio e schiena.

Come avrai potuto leggere il rischio di infortuni nel nuoto è tutt’altro che basso. La periodizzazione dell’allenamento, la gestione dei volumi e intensità, e il lavoro fuori dall’acqua sono fattori fondamentali per la prevenzione degli infortuni da sovraccarico.

In particolare il lavoro fuori dall’acqua (a secco) gioca un ruolo chiave nella prevenzione. Rinforzo muscolare, mobilità e flessibilità non devono mai essere trascurati nemmeno nel nuoto.

A proposito dell'autore

Osteopata D.O., chinesiologo e tecnico FCI. Appassionato di sport individuali e gareggia in mtb dal 2006, ottenendo buoni risultati nel downhill ma partecipando a gare di ogni specialità. Socio fondatore di Promosport Racing e Boschi Sport club, due associazioni volte a seguire quelle che sono le sue idee di sport: aggregazione, divertimento e competizione.