Errori comuni nell’allenamento amatoriale del triathlon Davide Allegri 18 Marzo 2020 wiki L’allenamento “fai da te” è il metodo che va (giustamente) per la maggiore tra gli sportivi occasionali e amatoriali, soprattutto negli sport di resistenza come nuoto, bici, corsa e ovviamente triathlon. Come tutti i metodi da autodidatta comporta però dei rischi di insuccesso maggiori e qualità inferiore, due fattori che si concretizzano con un aumento del rischio di infortuni e una preparazione spesso non efficace. Se lo sport è una parte importante della tua vita forse ha senso rivedere le priorità e pensare di affidarsi a dei professionisti per evitare problemi fisici e migliorare la performance. Se invece sei un sportivo occasionale o un principiante, in questo articolo potrai trovare gli errori più comuni degli sportivi “fai da te”. Dagli errori si impara ma ogni errore commesso da te stesso è un problema da risolvere: con questo articolo voglio darti una mano a limitare errori e problemi nella tua preparazione per il triathlon e gli sport di endurance. Perché l’allenamento “fai da te” nel triathlon? Solitamente chi gestisce in autonomia la preparazione annuale e gli allenamenti lo fa per due motivi e il primo è sicuramente il budget: un preparatore atletico ha dei costi che salgono se lo sportivo viene seguito da un’equipe completa composta da dietista, osteopata, fisioterapista e mental coach. La tua prima domanda dopo questo paragrafo sarà: “Ma quale amatore spenderebbe tutti quei soldi nel farsi seguire da un gruppo di professionisti? ” Effettivamente sono pochi se analizziamo il numero di sportivi amatoriali. Il rapporto però sale nel momento in cui prendiamo in mano le classifiche delle gare amatoriali di endurance più rilevanti. Gli amatori che si allenano e hanno la possibilità di allenarsi come dei professionisti non sono quindi così rari come quanto si creda. Ovviamente questo è un esempio agli estremi del “tutto o niente”. In questo caso però la via di mezzo potrebbe essere la migliore scelta come rapporto costo/beneficio. I triatleti della nazionale italiana Annamaria Mazzetti, Alessandro Fabian e Angelica Olmo che si allenano in bici. Sotto l’occhio attento di allenatori preparati e professionisti, l’opposto della situazione di tanti triatleti amatoriali. Investire su se stessi: un problema di soldi o di cultura? Il secondo problema è a mio avviso principalmente un fatto “culturale”. In Italia purtroppo la cultura dello sport è scarsa e questo lo sappiamo. Di conseguenza se una persona non è formata minimamente in quell’ambito, dal punto di vista culturale, difficilmente riuscirà ad apprezzare ma soprattutto a valorizzare il lavoro di determinati professionisti. C’è un concetto di base prettamente materiale che non è chiaro, vediamo di spiegarlo: quando un preparatore atletico ti chiede 50 euro per una scheda di allenamento in bici, ovvero un foglio con qualche parola e dei numeri che compila in un’ora effettiva, non lo stai pagando 50 euro all’ora ma stai pagando tutto il tempo (e soldi) che quel professionista ha dedicato a formarsi in quell’ambito specifico. Tutto quel bagaglio culturale gli permette di lavorare con alti standard qualitativi in un tempo relativamente ristretto. In più ci sarà un’anamnesi (la raccolta particolareggiata delle notizie che riguardano il paziente) di ogni singolo soggetto e la continua consulenza telefonica durante i periodi di preparazione. Quando ti affidi a un professionista del settore, il suo compito sarà quello di offrirti un servizio di massima qualità, farti risparmiare tempo (e quindi soldi), aiutarti nel raggiungere obiettivi e risolvere i problemi. Lo sport, in qualsiasi sua forma, è un investimento su noi stessi, sulla salute del fisico e della mente. Ogni infortunio – da una “semplice” distorsione alla caviglia alla più complessa sindrome del piriforme – avrà un prezzo sia fisico che mentale, ogni gara andata male, idem. Paragonato a quanto possa costarci tutto questo, il costo di una preparazione atletica di base diventa irrisorio. Come dovrebbe diventare irrisorio il costo di un trattamento osteopatico per la prevenzione degli infortuni o una messa in sella sulla bici nuova dal biomeccanico. Invece la tendenza è dare priorità ai cerchi in carbonio che ti fanno risparmiare 200 grammi, ti costano un “millino” e poi in gara fai 299° al posto di 300°. Nel frattempo magari scopri che nel triathlon e nelle crono in pianura il fattore determinante è l’aerodinamica e non il grammo di differenza. Però almeno in foto le ruote ad alto profilo fanno “pro”. Chiudo questa breve riflessione facendo presente che lo sport fa parte di un contesto molto ampio che è un vero e proprio stile di vita. Lo sport amatoriale deve regalarti esperienze indimenticabili a prescindere dalla disciplina o dal mezzo con cui lo pratichi. Quando tra 20 anni racconterai il tuo primo Ironman ti ricorderai di ogni dettaglio della gara ma faticherai a ricordare il modello di ruote che avevi, le stesse sulle quali avevi “investito” mille euro. Errori comuni nell’allenamento “fai da te” Ecco un elenco degli errori più comuni quando ci si allena in autonomia. Non porsi degli obiettivi Come in ogni altro lavoro, il segreto per mantenere una motivazione elevata è porsi degli obiettivi. Poniti un obiettivo a lungo termine e difficile da raggiungere, ad esempio un triathlon olimpico. Poi servono alcuni obiettivi a medio termine più abbordabili, che potrebbero essere delle gare sprint. Infine numerosi obiettivi a breve termine e facilmente raggiungibili: ritmi di corsa, tempi sul nuoto, potenza in bici, tenuta in secondi nel plank ecc. In questo modo, un passo dopo l’altro raggiungerai il tuo obiettivo finale! Mancata pianificazione dell’allenamento Per poter raggiungere questi obiettivi è fondamentale pianificare gli allenamenti in funzione di essi. Se la domenica abbiamo una prova di un triathlon sprint evitate di inserire un volume e intensità eccessivi durante la settimana della gara. La classica pianificazione inizierà con una fase generale per poi andare sempre più nello specifico con l’avvicinarsi dell’obiettivo finale. Andare sempre a tutta Allenarsi non vuol dire dover morire di fatica e sopportare sforzi massimali ogni seduta. La prestazione sportiva è composta da molti fattori. Un allenamento può prevedere sedute di tecnica, di agilità, di mobilità oppure una nuotata molto blanda. Il tutto deve essere contestualizzato nei vari periodi di allenamento e dovrà avere un rapporto bilanciato tra volume e intensità. Dare il massimo in allenamento ma non in gara Tralasciando i fattori psicologici, è comune avere sportivi che lamentano carenze di prestazione in gara. Può essere dovuto a una mancanza di allenamenti specifici e simulazioni di gara oppure una gestione sbagliata degli allenamenti nelle settimane precedenti. Mantenendo intensità e volumi eccessivi spesso si arriverà ad avere un effetto opposto e quindi una carenza di performance in gara. Troppo volume e poca qualità Negli sport di endurance è possibile che in determinati contesti la quantità premi. Ma nella maggior parte dei casi è la qualità che permette il reale miglioramento. Svolgendo allenamenti basati sulla quantità il rischio degli infortuni da sovraccarico, specialmente nel triathlon, aumenta esponenzialmente. Si andrà quindi incontro a una preparazione di bassa qualità e a un elevato rischio di infortuni. Approfondisci questi aspetti spiacevoli leggendo i nostri articolo dedicati agli infortuni più frequenti nella corsa, al mal di schiena dopo la corsa e agli infortuni più frequenti nel nuoto. Essere ossessionato dalla prestazione e dagli altri sportivi Uno sportivo amatoriale deve “incastrare” la sua attività sportiva all’interno di un contesto complesso. Prima di tutto il lavoro sarà il limite più grosso nella preparazione. Per questo è importante fissare degli obiettivi realizzabili e da un certo punto di vista accontentarsi di aver dato il massimo nel limite delle proprie possibilità. Il confronto è importante e motivante ma con una quantità importante di variabili imprevedibili nella vita quotidiana diventerà logorante paragonarsi continuamente ai propri avversari. Seguite i vostri allenamenti, impegnatevi e cercate di sfruttare al meglio il tempo a disposizione: i risultati arriveranno. Copiare gli allenamenti dei professionisti I professionisti sono tali perché hanno una genetica superiore e hanno avuto le possibilità di coltivare il proprio talento. Proprio per questo motivo per tutti i “comuni mortali” non ha senso copiare le tabelle di allenamento dei professionisti, sarebbe incompatibile con la vita quotidiana e fisiologica di ogni altra persona. Potete provare qualche volta a sfidarvi con un allenamento da professionista, un po’ per gioco un po’ per vedere le differenze, ma ogni preparazione deve essere cucita sulla singola persona. I mezzi e le possibilità di un amatore non possono essere paragonabili a quelle di un pro. Conclusioni Ottenere ottimi risultati con l’allenamento fai da te è possibile, l’importante è investire un minimo nei punti sopraelencati, per esempio su di un professionista che ci dia una traccia seria e chiara da seguire basata sulle nostre caratteristiche fisiche e su gli obiettivi prefissati. Riguardo a questi ultimi, senza obiettivi è facile smarrire la concentrazione e la motivazione, per cui è fondamentale aver ben chiaro il nostro traguardo per poter visualizzare e pianificare la strada da seguire, con controlli periodici che ci confermino che il percorso è giusto e il corpo stia rispondendo al meglio. Buon allenamento!