IronMan New Zealand: prestazione record di Braden Currie sotto le otto ore! Emanuele Peri 19 Maggio 2021 Gare Una prestazione superlativa che entra di diritto nella storia del Triathlon: Braden Currie, triatleta, lo scorso marzo è riuscito a scendere sotto le otto ore dell’Ironman New Zealand 2021 a Taupo, battendo il record della gara. Nonostante la pandemia di coronavirus che ha permesso a solo una parte delle migliaia di appassionati di recarsi ai cancelli di partenza, l’evento è stato seguitissimo e ha messo ancora più alla luce la grande prestazione di Currie. Campione del mondo, l’atleta del Canterbury neozelandese è sponsorizzato tra gli altri da RedBull e ha iniziato la sua carriera concentrandosi sulle corse off-road. Solo successivamente ha aperto la sua strada alla multidisciplinarietà di resistenza, dedicandosi esclusivamente all’ultra-distanza e al triathlon. La vittoria all’Ironman New Zealand, competizione che negli anni si è fatta spazio nel calendario aumentando sempre di più la competitività e la durezza del percorso, è un traguardo importantissimo per Currie. Per tutta la tappa, il triatleta è riuscito a mantenere la prima posizione, resistendo agli ottimi tempi di Kyle Smith e Mike Philips in bicicletta. Il suo commento al termine della corsa spiega molto bene come la corsa si è svolta e come è riuscito a mantenere il gap fino al traguardo. «È stata una giornata dura ma estremamente buona per me. Al primo giro in bicicletta ho spinto molto ma sono riuscito a gestire le mie energie per la seconda parte. Kyle e Mike erano lì con me e sapevo che dovevo spendermi nel modo giusto per non fare inutili fuorigiri». Il tempo record di 7:57’12” è il risultato di una corsa condotta alla perfezione e chiusa in testa proprio davanti ai due rivali Mike Philips e Kyle Smith. «Guardavo spesso il mio orologio, soprattutto nella prima parte. Stavo correndo con un ritmo di 3:05/km, mi dicevo che forse stavo andando troppo forte e avrei dovuto rallentare un po’. Ho alzato il ritmo per far capire agli avversari che non avevo alcuna intenzione di mollare. Non volevo un testa a testa, quindi ho dovuto forzare per non dar loro la possibilità di affiancarmi. È una strategia che funziona sempre, ma bisogna stringere i denti e tenere duro per non finire la benzina». Currie non manca comunque di complimentarsi con gli avversari, soprattutto con Smith, che non ha mollato e ha tenuto bene il ritmo scatenato del neozelandese nella prima parte di gara. «Devo assolutamente complimentarmi con Kyle per aver tenuto duro. È un atleta davvero forte e farà strada in questo sport. So per certo che voleva di più per il suo debutto, ma immagino che nei prossimi appuntamenti riuscirà ad essere ancora più competitivo». Per Braden Currie, che l’Ironman New Zealand lo ha vinto al debutto nel 2017, il ritorno alla vittoria in una delle sue gare preferite è sicuramente motivo di orgoglio, soprattutto dopo aver saputo di aver battuto il record del percorso. «Se devo dire la verità, la vittoria del 2017 è frutto di un buon colpo di fortuna. Voglio essere onesto, sapevo di aver avuto una giornata buona ma non credo fossi il migliore quel giorno. Con questa doppietta invece ho dimostrato di essere al top dell’Ironman mondiale. È stato un successo importante che viene dopo anni di sacrifici». Un pensiero infine alla famiglia e alle difficoltà che deve affrontare nell’essere molto spesso lontano da casa… «Non c’è niente di più bello di avere con me mia moglie e i miei figli al fianco in questo giorno speciale. Loro sono fondamentali, sono la mia ragione di vita. Bella e Tarn sono ancora piccoli, ma stanno iniziando a capire qual è il lavoro del padre. Non è facile avere un papà atleta professionista, non è facile soprattutto in alcuni momenti della stagione. Io però voglio dimostrare a loro che con il duro lavoro si possono raggiungere risultati importanti in qualunque campo. Questo è il mio insegnamento e so che loro saranno super orgogliosi di me». Il prossimo obiettivo? I campionati del mondo Ironman (ottobre 2021, a Kona), dove Braden Currie partirà con l’obiettivo di vincere grazie alla fiducia che performance come quelle del New Zealand 2021 gli hanno regalato.