Lo Swimrun è una disciplina multisportiva che contempla nuoto e corsa in un mix senza cambi: a differenza di quanto avviene nell’Aquathlon e nel Triathlon, viene praticata in acque libere e in ambienti il più possibile naturali e selvaggi.

La particolarità di questo sport, da cui deriva il suo crescente successo, sono le fasi concitate di nuoto e corsa tali per cui si può nuotare con le scarpe da running e si corre con cuffia e occhialini: nonostante un approccio rude e da “guerrieri” è uno sport con i suoi regolamenti e i suoi campionati.

Il movimento è in crescita: ne abbiamo parlato con Matteo Benedetti, uno degli ideatori della prima gara in Italia e referente CSEN per lo swimrun.

La partenza di una gara di Swimrun

La partenza di una gara di Swimrun: gli atleti hanno già cuffia e occhialini e il pull-buoy. Photo credits: Fersen Triathlon.

L’origine dello swimrun

La disciplina è nata ufficialmente in Svezia, dove alcuni appassionati erano soliti passare da un isolotto all’altro nuotando per poi correre sulla terraferma.

Dall’idea di un piccolo gruppo iniziale è nata nel 2006 la Ö till Ö (da isola a isola, nell’arcipelago a sud di Stoccolma), una massacrante maratona di 75 chilometri, con ben 10 km di nuoto e 65 chilometri di trail running, da correre in coppia. La gara è diventata di fatto il campionato del mondo di questa affascinante multidisciplina.

Il dado era tratto e di lì a poco fiorivano altre competizioni sul suolo svedese: Angaloppet, WetRockRace, e Oloppet, tutte contraddistinte da percorsi fuoristrada dove la natura è predominante e le nuotate sono in mare aperto, da percorrere sempre in coppia.

swimrun atleta che si prepare ad entrare in acqua

L’atleta si prepara a entrare in acqua posizionando pull buoy e occhialini. Photo credits: Fersen Triathlon.

Lo swimrun in Italia

Alcuni appassionati, all’oscuro di quello che succedeva già in Svezia, pensarono di unire i loro due sport preferiti, nuoto e corsa, in una attraversata da Grado a Lignano Sabbiadoro. Dopo numerosi incontri per decidere il percorso, il periodo legato alle correnti tra mare e laguna e selezionando i partecipanti, venne organizzato un primo test a fine aprile del 2014, a cui seguì il 10 maggio di quell’anno il primo Amphibianman a Lignano con 11 chilometri di corsa e 4 di nuoto.

A seguire, sempre con un numero chiuso di 70 partecipanti, di cui 10 donne con curriculum sportivo selezionato, in agosto si disputò il primo Aquaticrunner da Lignano a Grado, con ben 7 chilometri di nuoto e 25 di corsa.

L’anno successivo a queste due gare si affiancò anche una gara disputata a Terni, e nel 2016 organizzato dalla CSEN (Centro Sportivo Educazione Nazionale) si disputò il primo Campionato Italiano SwimRun sul percorso invertito da Grado a Lignano.

A fine anno gli organizzatori delle gare si riunirono in un comitato per dar vita ai primi regolamenti e alla prima di serie di gare con il nome di Italian Swimrun series che nel 2016 propose ben 14 gare. Le gare italiane sono state le prime a essere organizzate fuori dalla Svezia e per le prima volta sono corse in solitaria.

L'uscita dall'acqua in una gara di swimrun: l'ambiente è selvaggio

L’uscita dall’acqua in una gara di swimrun: l’ambiente è selvaggio. Photo credits: Fersen Triathlon.

Il regolamento dello swimrun

Il concetto base dello swimrun è che la gara si svolge in autonomia senza interruzioni: pertanto il partecipante deve portare con sé tutta l’attrezzatura e non può ricevere aiuti esterni. Sono ammessi aiuti al galleggiamento come pull buoy e la muta; le palette per la propulsione possono essere ammesse a discrezione delle singole gare. Sono vietate le pinne, per il principio che il concorrente deve poi correre.

Non è ammesso correre a piedi nudi ma obbligatoriamente con scarpe. Le calze si possono usare o non usare a piacimento: in genere vengono usate.

Come nel triathlon, non è ammesso correre a petto nudo, quindi un body va sempre indossato.

In caso di muta (obbligatoria sotto i 16° C di temperatura dell’acqua) questa va slacciata nella parte superiore durante le frazioni di corsa e va portata sempre con sé fino all’arrivo. Il pull buoy come i modelli usati in piscina va obbligatoriamente legato al corpo mentre non sono ammesse le boe da nuoto in acque libere.

Le distanze delle gare sono varie, tali da avvicinare il neofita e di sfidare l’atleta evoluto: nell’indicazione tecnica viene sempre fatto riferimento ai chilometri a nuoto, a quelli di corsa e al numero di frazioni in totale. Si cerca di mantenere un rapporto del 15% tra la distanze a nuoto e di corsa.

Le gare sono così classificate:

  • distanza Short da 1/4/4 2/7/n per un totale maggiore di 5 chilometri in tutto
  • distanza Basic da 2/8/4 3/11/n per un totale maggiore di 10 chilometri in tutto
  • distanza Half da 4/17/8 7/29/n per un totale maggiore di 21  chilometri in tutto
  • distanza Full da 8/34/14 12/35/n per un totale maggiore di 42 chilometri in tutto
  • distanza Ultra oltre 10/65/n (di fatto solo la gara in Svezia ha queste distanze… per ora)

Per le gare italiane è necessario il certificato medico per atletica e nuoto oppure per triathlon.

Attualmente lo swimrun italiano e quello mondiale sono slegati dalla federazione FITRI, anche se i tecnici e gli atleti di fatto provengono dalle stesse discipline. Lo swimrun è uno sport giovane e in continua evoluzione per cui non è ancora normato all’interno della ITU, la International Triathlon Union.

Avendo partecipato sia a gare di triathlon sia a gare di swimrun posso affermare che i regolamenti sono entrambi all’insegna della sicurezza degli atleti garantendo comunque spettacolarità delle gare.

All'uscita dalla frazione a nuoto una concorrente si sfila come da regolamento la muta

All’uscita dalla frazione a nuoto una concorrente si sfila come da regolamento la muta. Photo credits: Fersen Triathlon.

Le gare in Italia e all’estero

Le gare italiane sono sempre organizzate come CSEN e sono ben 14 per il 2019, riunite nelle Italian Swimrun Series.

Ci sono prove in laghi e mari, che culminano a settembre con l’Aquaticrunner Xtrim Border Lagoon di Grado ad invito per titoli e qualificazione, che rappresenta il Campionato Mondiale Half Distance di swimrun.

I prossimi appuntamenti sono per esempio al mare in Sicilia con la Wildman, di distanza basic o in Trentino sul lago di Caldonazzo con l’omonima Swimrun sempre di distanza basic.

Affollato il calendario mondiale della disciplina: per il 2019, ben oltre 100 gare sono state disputate o in calendario in Svezia, superata addirittura dalla Francia, patria delle discipline outdoor. Stati Uniti e Gran Bretagna organizzeranno oltre 40 gare, mentre in Germania ne sono previste una trentina.

Sono relativamente poche le gare in Italia ma, compatibilmente con la sicurezza che deve essere garantita agli atleti visto l’ambiente in cui si svolgono, cominciano a registrare un certo numero di partecipanti e soprattutto un elevato tasso tecnico.

Le gare di swimrun  si svolgono con qualsiasi tempo

Le gare di swimrun si svolgono con qualsiasi tempo. Photo credits: Fersen Triathlon.

La preparazione di una gara di swimrun

Trattandosi di nuoto e corsa la normale preparazione al triathlon con allenamenti per il nuoto e allenamenti per la corsa può dirsi sufficiente.

Tuttavia le due frazioni si ripetono con intensità e frequenza tali che è consigliato effettuare un paio di test, più o meno come nel triathlon si allenano i muscoli e la testa a effettuare i cambi. Infatti dopo una nuotata ad alta intensità il corpo passa dalla posizione sdraiata a quella eretta e in meno di un minuto deve cominciare a correre.

Molto spesso poi l’uscita dall’acqua è contraddistinta da salite su terreno impervio, con corde fisse o altro: scordatevi gli aiutanti delle gare di triathlon che vi danno una mano!

Una buona preparazione può essere fatta anche in piscina: una serie di vasche (almeno un 400) per poi uscire in fretta dalla parte più bassa e correre intorno alla vasca (se al coperto), oppure negli spazi circostanti nelle piscine all’aperto. Ripetere un esercizio così per delle serie da 4 e poi incrementando fino a 8 ripetizioni può abituare il corpo e la mente, affinando gli automatismi per spostare il pull buoy e gli occhialini.

Se siete in acque libere naturalmente tutto è più facile e le ripetute possono esser allungate utilizzando anche le scarpe nella nuotata.

Chi non è abituato dovrà fare pratica con pull buoy e palette, cercando di non affaticare le spalle e i gomiti, alternandoli come in una allenamento normale con altri tipi di nuotate. Un consiglio è quello di cominciare con palette più piccole per non provocare lesioni articolari alla spalla.

È bene inoltre fare un paio di test di corsa senza calzini e con le scarpe bagnate: anche pochi chilometri possono bastare per dare un’idea della risposta dei propri piedi alle sollecitazioni e per testare il confort delle scarpe.

I materiali dello Swimrun

I normali materiali per nuoto vanno bene nel caso di cuffia, occhialini e pull buoy. Quest’ultimo va leggermente modificato con degli elastici per legarlo attorno alla coscia e per poterlo portare con sé durante la corsa. Gli occhialini, come nelle gare di triathlon o nuoto in acque libere, vanno scelti in base alle condizioni climatiche: con lente scura o a specchio in caso di giornate di sole, lente neutra in caso di giornate di pioggia.

Discorso a parte riguarda il body o la muta: nelle gare in Italia raramente si sente il bisogno della muta (tranne in particolari primavere con condizioni climatiche proibitive) ma in caso ci sono modelli da swimrun con delle caratteristiche particolari:

  • muta corta alla gamba, con maniche staccabili (anche di solo 1 mm di spessore, da utilizzarsi come i manicotti da bici)
  • doppia cerniera anteriore e posteriore per una facile vestibilità
  • tasca interna o esterna per un gel o barretta
  • fischietto incluso
  • imbottitura da galleggiamento rimovibile

Ormai ci sono svariati produttori e prodotti con prezzi abbordabili, dai 200 ai 400 euro.

Esempio di mmuta per Swimrun: corta, con maniche staccabili e tasca posteriore; apribile completamente sul petto

Esempio di muta per swimrun: corta, con maniche staccabili e tasca posteriore, apribile completamente sul petto.

Per quanto riguarda le scarpe, trattandosi di una disciplina off-road vanno bene le scarpe da trail running, non essendo ancora in commercio prodotti espressamente studiati per questo sport.

Meglio prediligere scarpe leggere e con tomaia aerata capace di disperdere l’acqua: se avete più paia fate una prova pesandole asciutte e dopo averle immerse in acqua per almeno 5 minuti: il differenziale di peso è un’indicazione dell’assorbimento e del peso che poi dovrete portarvi dietro durante la corsa. Usate lacci elastici fini che non assorbono acqua piuttosto che i lacci tradizionali.

Copritomaia o sacchetti per lacci sono tutte parti delle scarpe che alla fine si inzuppano d’acqua aggiungendone peso.

Risorse online

Pagine Facebook delle Italian Swimrun series
Sito delle Italian Swimrun Series 
Pagina Facebook internazionale dello Swimrun
Sito internazionale di Swimrun
Libro (in inglese) sullo Swimrun

A proposito dell'autore

Giuliano Giacomelli, ingegnere prossimo ormai al mezzo secolo di vita, insegna triathlon e mountain bike ai ragazzi trentini. La terra, l'aria e l'acqua (e naturalmente la neve) sono il terreno di gioco dei suoi sport preferiti. Campione Italiano triathlon cross M2 2017 e 2019. Finalista ai mondiali Xterra 2018.